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Vacanze romane

Finita la prima settimana di vacanza, quasi al giro di boa della seconda, in cui tra l’altro, capita anche il mio compleanno.

Un altro compleanno romano… e pensare che c’era un tempo in cui per abbattere la sfiga del compleanno agostano (in cui non c’è mai nessuno con cui festeggiare…) cercavo di starmene sempre in qualche parte del mondo. Ma ora, che non ho più voglia di festeggiare questi compleanni pesanti, va bene così… anche se a dire il vero oramai sono più le persone che sono a Roma in questo periodo di agosto che le altre. Eh sì, oramai le ferie seguono percorsi strani, se le si fanno. Anche io per prima quest’anno, anche se un po’ forzatamente, ho sperimentato le ferie a luglio… ed è vero che ho qualche giorno anche ad agosto ma infatti sto a Roma…

Vedo sui soscial persone che si fanno 2/3 vacanze in 2/3 posti… o perché hanno case e/o amici e/o parenti un po’ ovunque oppure perché spezzano, al posto di un’unica vacanzona oppure semplicemente hanno le possibilità di girare un sacco.

Qui a Roma in soldoni comunque c’è un sacco di gente, a parte forse la settimana scorsa in cui almeno nei quartieri molti negozi poi erano chiusi ed effettivamente metteva un po’ tristezza. Ora già un buon quarto di gente è tornata e la settimana prossima sarà anche peggio…

Alla fine non mi sono ancora annoiata. Ogni giorno c’è sempre qualcosa da fare, da pulire, da sistemare. Alterno letture, film, serie… sono tornata in piscina, ogni tanto passeggio, faccio un po’ di shopping… vita sociale pari a 0 ma non mi lamento.

Cerco di riposare molto e rallentare anche se il tempo qui vola e la tempesta si avvicina. E lì sì che sarà da divertirsi…

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Diario friuliano

E la prima settimana di ferie è già volata. Abbiamo attraversato mezzo stivale facendo tappa nell’amata Toscana, nei pressi di Valdarno e nella bellissima Verona, cui vale sempre la pena tornare, prima di approdare qui nell’alto nord-est. E così anche quest’anno non rinuncio ad un po’ di est, questa volta italiano. Anche se in questa cittadina di frontiera si passa di continuo tra Italia, Austria e Slovenia, in un coacervo di culture, lingua, cibo e specialità.

Ci ho trascorso tante vacanze qui, in anni davvero speciali con persone speciali. Con cari amici, con alcuni ci siamo persi, con altri ci siamo innamorati per quel tanto che dura una serata estiva. Mi piace tornare nei posti cui sono affezionata, rivivere i ricordo, cercare e trovare, oppure no, le differenze. Certi paesaggi poi ti entrano dentro e sono contenta che anche Massi si trovi bene tra questi monti. L’aria è frizzante, tanti sportivi e tanta gente rilassata intorno. Le malghe e i baretti sono sempre pieni e questo odore di foglie e corteccia aleggia ovunque.

Ci passerei un mese qui, senza annoiarmi anche perché quest’anno i ritmi sono lenti e ho bisogno di più pausee. Vorrei solo riuscire a rilassarmi un po’ di più, ma so che ci riuscirò quando praticamente sarà il momento di tornare a tutto. Tutto ciò che mi aspetta.

Ozio (ma non troppo)

A volte, nel mio modo sempre abbastanza forsennato di vivere e organizzare i miei viaggi, dimentico il significato vero di vacanza: non fare una benemerita mazza.

Oggi, mentre mi rosolavo (con scarsi risultati) sul lettino, sonnecchiando e ascoltando musica, per pochi minuti mi sono immersa in questo piacevole clima di ozio totale. Rilassata, rilasciata, sguardo al mare, mi godevo lo spettacolo dell’Italia Ferragostana. Decine e decine di persone immerse nell’acqua, stranamente pulita e quasi cristallina. Palloni, racchettoni, ciambelle. Costumi variopinti di ogni forgia, odore di creme solari misto alla salsedine. Siamo tutti qui, a cercare di vivere al meglio, al massimo o al mimimo, queste agognate vacanze. Guardo la gente nera, unta sui lettini, chiacchierare, sonnecchiare, leggere e mi chiedo chi siano nella loro vita. Quanti siano dirigenti, magari in papabili Aziende, quanti pensionati, quanti ricchi e fannulloni. Come siano le loro vite, le loro case. La fauna marina del posto, come la quasi totalità dei posti italiani poco blasonati, è abbastanza varia e tendente al mediocre. Tanti bambini, ragazzette smunte perennemente in pantaloncini e lontane dal sole (non le ho mai capite neanche quando avevo la loro età) ma anche tante signore e signori un po’ dimessi. Vestitacci, capellacci, voglia di fregarsene, almeno per qualche giorno, pensando solo a magnate di pesce e pizza. Di signore bene qua se ne vedono sempre meno, bisogna spostarsi più verso la Maremma, lì sì che è un circo.

Devo dire che la massa ferragostana un po’ mi ha colta alla sprovvista, abituata alla pace e alla calma di questo paese. Non è superbia, ci mancherebbe, ma mi sento così lontana e diversa da questa massa. Un po’ me ne dispiace, un po’ lo preferisco. Spero solo che ferragosto passi presto, ché è una delle giornate più inutili e sopravvalutate dell’estate.

Mi concedo ancora qualche giorno di serenità per ricaricarmi, ché di queste giornate scariche me ne capitano davvero poche ed è bello ogni tanto concedersi il lusso del nulla e della lentezza, qui dal mio posto preferito di sempre (aimè guastato dalle urla di soliti bimbi scassa minchia e di conseguenza del mio cane più insofferente di me).

The night before

E alla fine siamo arrivati al fatidico giorno prima della partenza, prima delle agognate ferie, soprattutto. A volte penso alla mediocrità di tutto ciò… affannarsi per un anno intero e sentirsi felici solo per quelle due-tre settimane all’anno senza le quali oramai non potremmo più stare. Sto ovviamente estremizzando, certo è che le ferie restano un dogma sacrosanto dei lavoratori, sempre più eroso anno dopo anno dai nuovi mercati e dalle nuove professioni, che spingono sempre più vecchie aziende ad organizzarsi per garantire una copertura 365/365. Eh sì, le belle e vecchie ferie che, male che ti andava ti facevi 1 mese, sono un lontano e vago ricordo, ma per chi è cresciuta con genitori statali, che saltavano da giugno a luglio ad agosto, rimanere accozzata ad almeno 3 settimane è qualcosa di sacrosanto e imprescindibile!

Ovviamente mai a cuor leggero. Come sempre, i giorni prima delle ferie sembra che debba cascare il mondo o che i tuoi clienti si apprestino a spirare da lì a minuti. Incastri e accelerazioni per non lasciar nulla di inconpiuto e per non rimandare tutto il (tranquillamente) rimandabile. Per cui partirò con alcune cose in sospeso e con il fatto che la mia vera vacanza sarà proprio la prossima settimana, spero tanto di non vedermela rovinata. Non sono una dirigente milionaria né mando avanti economie mondiali, per cui esser disturbata in ferie come a volte capita ad alcuni colleghi, è una cosa che proprio non concepisco.

Quindi, stasera tutta una tirata tra valigie e ultime cose e spero tanto di riuscire ad entrare al più presto nel mood vacanziero. Preferisco infatti partire più tardi proprio per non dover fare tutto all’ultimo minuto e iniziare a rilassarmi proprio quando è ora di ripartire. Comunque quest’anno è andata così e va bene, l’importante è lasciarsi tutto alle spalle almeno per qualche giorno ché di pensieri ultimamente qui se ne hanno assai.

Buone vacanze cari, ci rileggiamo presto!

Anais Bridge’s list

Programmi per il ponte:

– Fare ponte: done ✅

Fare l’albero di Natale: done ✅

– Addobbare casa come un albero di Natale: done ✅

– Fiera del libro: done ✅

– Cenette with friends: double done ✅

– Giretto a Porta Portese: done ✅

– Giro e pranzo in centro: done ✅

– Piscina: done ✅

– Visita da Tiger: double done ✅

– Visita mercatino: done ✅

– Leggere: done ✅

– Sospendere dieta: well done ✅

Adoro dicembre! 

   
    
   

Bagnini e bagnanti

Passano gli anni, le generazioni, le mode, i tagli di capelli, i colori dei costumi… ma lo stuolo di sgallettate appollaiate sotto l’ombrellone dei bagnini, belli e brutti che siano, è una certezza intramontabile. Altro che Winner Taco.

Ed ebbene sì, ci furono anni in cui anch’io feci del mio meglio per tramandare la tradizione. 

Dreaming holidays

Ti accorgi di aver davvero bisogno di ferie quando rimani diversi secondi a puntare il telecomando della macchina per aprire il cancelletto di casa anziché spingere il pulsante.

Questa è l’ultima settimana ed è sempre la più dura, con la testa sei altrove, inizi a riguardarti le prenotazioni dei posti che hai scelto con cura, a stampare carte. Manca ancora un po’ alla partenza ma spero almeno lunedì sera di raggiungere il mare, visto che la mattina ho l’ultima riunione prima delle vacanze.
So che voleranno, come sempre. So che mai come stavolta non vorrò tornare perché visiterò posti e luoghi incontaminati dove tutto sembra funzionare, e non c’è nessuno che ti piscia davanti agli occhi.
Ora stringiamo i denti, asciughiamoci il sudore e chiudiamo questa settimana.

 

Diario greco

Eccomi di rientro da uno splendido lungo week-end nella culla della cultura greca: Atene. Diverse persone mi avevano sconsigliato la città, chi dicendo che fosse squallida, triste, pericolosa, chi che non avesse nulla da offrire a parte l’acropoli. 

Ecco, partiamo proprio dall’Acropoli: penso che l’umanità tutta ma soprattutto chi ha una formazione classica e ha possibilità di viaggiare, non può non visitare questa meraviglia almeno una volta nella vita.

È un’emozione ad ogni passo, ad ogni rudere. Anche calpestare quei marmi ti fa strano, cammini in punta di piedi sentendoti così piccolo di fronte a tanta magnificienza. Ho chiuso gli occhi cercando di ripescare nella mia testa ricordi aimè così lontani di una cultura che tanto ho amato. Sedersi nel teatro di Dioniso è stato da brivido. E quella magnificienza che dalla città ti guarda in ogni dove e ti emoziona e ti fa pensare che forse l’essere umano qualcosa di bello è in grado di farlo. Ti siedi in uno dei tanto baretti a Plaka, che costeggiano le rovine dell’antica enorme Agorà e non puoi non chiederti se sia giusto che ora ci sia tutto questo, tra cui una metro a tener svegli i morti. Oppure, anche loro, tanti tanti anni fa, tra un filosofeggiare e l’altro, si concedevano a loro modo gli stessi vizi. E magari adesso ti invidiano un po’.

Ho visto una città allegra, vivace, viva, con tante persone in pizza, ai bar, nei locali, non turisti, intenti a ridere, chiacchierare, bere caffè come in una qualsiasi altra bella cittadina che ho visitato e che non ha niente da invidiare alle altre. Persino il cambio della guardia può battersela con il più blasonato cugino inglese. In molti tratti, ovviamente, mi ha ricordato Istanbul, in piccolo. Stessi dolcetti, souvenir e macina caffè. Mi sono ubriacata d’argento, vero o presunto tale, come non facevo da tempo e di simboli. Civette benauguranti, soldati baldanzosi, spirali di forza, libertà e fortuna. Ho anche visto sporcizia e povertà questo sì, la zona del Pireo è triste e un po’squallida, con tanti mendicanti e un profilo grigio disegnato da fin troppi palazzi fatiscienti.

Non abbiamo girato troppo dal centro, sono sincera, non avevamo tempo e poi eravamo troppo ben posizionate, a Monastiraki, per avere bisogno di cercare altrove. La cucina greca è buona, la birra dissentante, sebbene abbia mangiato un kebab di pollo sciapo e freddo, ho però assaggiato una varietà di tsatsiki da stare a posto per un bel po’. Quello alle rape rosse però batte tutti! Mi è venuta una gran voglia di visitare di più questo paese che penso sia stupendo, una gran voglia di isole, paesetti e chiese. Chissà magari la prossima pasqua ortodossa, visto che io e il clima greco estivo non credo potremmo andare troppo d’accordo.

La vita, almeno in centro, costa come qualsiasi altra capitale europea, non ti regalano nulla, anzi. Per le nostre notti brave due mojto a 18 euro, ottimi e preparati da un novello Agamennone, ci sono bastati.

Gli ateniesi sono gentili, bonazzi (oh devo ammetterlo) abbiamo trovato facce sempre sorridenti che ci hanno sistematicamente offerto qualcosa: yogurt, ouzo della casa, e quelle lukumades intinte di miele che mi sognerò anche di notte.

Con il caldo e la piacevole brezzolina serale, il panama per proteggermi dal sole, gli short e quell’aria di mare che ogni tanto saliva dal porto, mi è sembrato di essere in ferie davvero, e non che tra soli due giorni mi avrebbe di nuovo accolto a braccia aperte il mio lavoro, che fino ad agosto non mi darà più tregua. Un vero assaggio di estate, per questo domani tornare mette ancora più del solito l’amaro in bocca.

Meno sette

Forse dovrei cominciare a fare mente locale sulla prossima partenza per non ridurmi sempre all’ultimo minuto.
Tipo iniziare ad indossare cose che teoricamente vorrei portarmi, fare mente locale su cosa dovrei portarmi, controllare medicine, attrezzature, scegliermi un libro, studiarmi la guida. Ecco cose così, vacanziere.

Un mese inutile

Mi annoio un po’ in queste ultime settimane, sarà per questo che sono arrivata a pensare che tutto sommato giugno sia un mese pressoché inutile.
Non succede nulla di importante, se non, quando ci dice culo, avere due giorni di vacanza in più. Le ferie sembrano ancora lontane anni luce, e quest’anno che le ho prenotate con un certo anticipo ancor di più.
E’ arrivato il caldo asfissiante, anche se da quando passo gran parte della giornata in ufficio, me ne accorgo di meno.
Gran parte delle attività estive ancora non sono iniziate del tutto, e tutto del resto è ancora a metà, almeno per me. La piscina aprirà questo week-end per cui arriveranno le prime bruciature, il sole a chiazze, l’herpes (ah no su quella mi sono portata avanti), il mio armadio ancorà è per metà estivo e per metà inutile, i capelli li ho dovuti scorciare un po’, ossia della metà, e fanno di nuovo quella piega insopportabile all’insù all’altezza delle spalle. Poi ora asciugarli diventerà improbabile e vai con due mesi di riccio indisciplinato e cipolle permanenti. Anche i piedi ancora faccio fatica a scoprirli, ma con le ballerine adesso il rischio vesciche è sicuro.
Le gambe color mozzarella le risparmio alla mia vista suscettibile, inoltre non ho ancora completato l’operazione ceretta estiva, ossia quella che completa anche le cosce che durante l’inverno ci possiamo anche risparmiare.
Che pizza. Avevo iniziato un buon allenamento camminando per un’ora la sera con Holghina, al rientro da lavoro, ma adesso con questo caldo se mi becca una delle canare del quartiere mi denuncia pe maltrattamenti.
Non riesco ad essere entusiasta dell’estate, si sa, però l’anno scorso avevo più energie, più voglia di uscire, tirar tardi. Ma infatti è anche così, sarà così, spero, ma a luglio.
A luglio è estate, c’è roma sul tevere, almeno uno dei miei lavori è in ferie e posso tornare a poter godere di qualche week-end come tutti i cristiani. E’ il mese delle cene di chiusura, delle cene dei saluti, degli aperitivi a tirar tardi, ingannando il tempo in attesa di decollare.
Toh, quest’anno vorrei anche andare ogni tanto al mare, pensate quanto so matta!
Fortuna che questo week-end piove.
Insomma mi annoio a giugno, per cui, ti sbrighi a finire?