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Una lunga estate crudele

In omaggio ad una delle simpatiche serie che amo leggere soprattutto in questa stagione, questa estate sembra non finire mai e ogni giorno, ogni grado che si innalza nel termometro, è un macigno di portare avanti manco fossi una Sisifo dei giorni nostri.
Forse ho rimosso i mesi della gravidanza, e non credo, ma quest’anno il caldo è davvero opprimente e rende tutto ancora più faticoso. Sarà tutto il nuovo anno in tre sulle spalle, ma quest’anno le vacanze, posticipate di una settimana, sembrano non arrivare mai. Ancora 12 lunghissimi giorni di corse ad ostacoli tra un ultimo brief e l’altro, ad anticipare l’anticipabile, una folle corsa a chi può lavarsene prima le mani.

La piccola Vittoria non è ancora mai andata al male e ovviamente, come tutte le madri da manuale, mi sento in colpa. Non tanto perché, aimè, a luglio oramai si lavora sempre e qui fa sempre più caldo ed è troppo piccola ancora per lasciarla un mese intero sola al mare con i nonni, ma perché forse nel fine settimana dovrei fare uno sforzo in più ma il caldo, di cui sopra, il traffico, il problema di dividere case piccole con mille parenti, ci hanno piazzato in pianta stabile a Roma. E quando potevamo partire, come da manuale, è stata male lei.

Sarà l’ennesima estate in cui fallirò la prova costume, più che mai e nonostante una folle ultima corsa alla perdita di qualche chilo nutrendomi di orride barrette pesoforma a pranzo, per poi comunque sfondarmi di aperitivi la sera. Perché in questa crudeltà quest’anno ci concediamo più piccole uscite preserali, principalmente nel quartiere, per evitare di accendere fornelli e per la poca pochissima voglia di cucinare.

È l’estate in cui sono più cadaverica dell’inverno, perché sono riuscita ad andare in piscina sì e no due volte e infatti la tentazione di ricorrere alle lampade, anche per non ustionarmi in quei soliti 4-5 giorni di mare che farò, è tanta.

È l’estate in cui ricomincerò a fumare… perché sono ansiosa, stanca, annoiata, nervosa, preoccupata e tentata e ho talmente tante cose da dover fare bene che quando è così una cazzata la devo fare sempre. Vedremo.

È l’estate senza serie tv e maratone, perché sono talmente stanca la sera che appena Vic si addormenta, quasi seguo a ruota ma è anche l’estate in cui ho ripreso a sentire un sacco di musica.

È l’estate in cui compirò 40 anni, aimè anche qui, e si sapeva e tanto non cambia niente perché oramai mi sento vecchia dentro ed è tutto in declino. Sic.

È l’estate in cui riabbraccerò l’est e riprenderò in mano una macchinetta fotografica.

È l’estate che anticipa un grande cambiamento, drastico, spaventoso ma bellissimo e che forse tutto sommato non vedo l’ora che finisca proprio per ricominciare (da dove avevo lasciato, in fondo…).

Ma soprattutto è la prima estate con mia figlia, ed è davvero crudele che, al 24 luglio, ancora non sia riuscita a godermela fino in fondo, in vacanza e senza pensieri, solo con lei.

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La forza della fotografia

Ieri abbiamo organizzato una serata con un fotografo bravissimo che ha presentato un progetto sull’autismo. O meglio, sulla storia di una famiglia, di due genitori che, di fronte ad una notizia che scuoterebbe e annienterebbe qualsiasi genitore, si sono rimboccati le maniche e hanno creato un’associazione che potesse non solo aiutare i loro figli ma tante altre famiglie, per non lasciarle sole.

Sarà banale, lo so, ma da quando sono mamma le storie che riguardano madri, padri e bambini mi toccano più in profondità e non nego che, durante la proiezione del documentario, ho a stento trattenuto le lacrime. Ho rivisto sogni, gioie e pensieri comuni a tutte le coppie che scoprono di aspettare un figlio e si creano aspettative su quello che sarà d’ora in poi la loro nuova famiglia. Aspettative e desideri infranti quando Vincenzo e Antonella hanno iniziato a rendersi conto che qualcosa non andasse, che c’era qualcosa di strano, sensazioni infallibili che solo un genitore può avere.

“Una mamma per un bambino è tutto, non era possibile che i miei figli non provassero per nulla,né un sorriso, né uno slancio di affetto”. Credo che vedere una mamma privata del sorriso del proprio figlio sia una cosa che spezza il cuore per sempre. E come si fa a ricomporlo?

Con l’amore, un amore e una forza sconfinata e cho visto in questi genitori che, da soli, hanno imparato a comunicare in una maniera tutta loro ai due figli, a gioire anche dei non sorrisi, a riconoscere in uno sguardo, una mossa, un gesto un miliardo di significati che nessuna parola potrebbe raccontare.

Una storia che davvero mi ha toccata, al di là della fotografia, che anche questa volta si conferma il mezzo attraverso cui venire a conoscenza di storie e persone meravigliose che diversamente non avrei mai conosciuto.

Loading mum

Un altro weekend casalingo, pioggia in sottofondo, tappeti che crescono, giochi e cuscini sparsi un po’ ovunque, TV fissa su top crime (finché si può) in attesa della nuova maratona Senza traccia, Holga che ogni tanto abbaia alle ombre e ci fa prendere colpi a tutti.

Nelle due ore di pausa che mia figlia mi ha concesso, vero regalo per questa prima festa della mamma, si susseguono i pensieri e nuove canzoni da una tracklist Indie Folk Spotify.

Domani ricomincierà un’altra settimana e il nervosismo (da denti?) di questi giorni lascia presagire che sarà dura. Che non è neanche più tanto la stanchezza fisica, infinita, e il sonno… è la stanchezza di continuare a reiterare gli stessi errori, le stesse fobie, le stesse scelte sbagliate.

L’idea ultimamente di sentirsi sempre fuori posto o nel posto sbagliato, di perdere tempo prezioso che non tornerà più.

Sto perdendo un sacco di tempo, già ne ho perso e sprecato tanto e alla soglia dei 40 anni, pensa un po’, mi sono stufata e voglio tornare bambina.

Guardo la mia bambina, con cui già sto sbagliando ogni giorno che passa, e penso che voglio essere una persona diversa anche per lei. Voglio insegnarle a saper prendere decisioni, che a me non lo hanno insegnato proprio bene.

Voglio condividere con lei il coraggio che porta con sé una sensazione bellissima, quella di potersi sentire libere. Voglio che si senta libera di poter fare ed essere tutto ciò che vuole. E voglio darle il buon esempio.

Ancora un po’ di pazienza, ma ci sto arrivando.

Angelo delle ragazze fortissime che accolgono le sfide con coraggio e della fortuna che sorride a chi ha voglia di tentare, scoprire ed amare