Wellcome, ottobre

Questa lunga e caldissima estate sembra essere definitivamente finita, me lo auguro davvero.
Non è stata proprio un’estate memorabile, se non per il caldo africano, e non se ne poteva davvero più.
Ieri mi sono addormentata coperta e infreddolita, cullata dal ticchettio della pioggia sulla finestra. Goduria.

Tra poco dovremo iniziare tutti a coprirci un bel po’, fumare fuori diventerà una tortura. Si torna infagottati e per me è una liberazione.

Ci sono tanti posti da vivere dentro. Nuovi locali alla moda da scoprire, mostre, cinema, aperitivi, cene in casa condite da buon vino… ok quello da dicembre per quanto mi riguarda.
Ho sudato anche l’anima scolandomi birre estive e adesso che potre corroborarmi l’umore con del buon vino, non posso.

La cosa che più mi piace dell’inverno è fissare il buio e le luci della strada da una finestra. Di casa, dell’ufficio, di un locale.
Tutte quelle luci, dietro a milioni di idee e persone e fiati e abbracci, disegnano un profilo diverso della città, una città che pulsa e vive e mi tranquillizza quando sono al sicuro della mia casa.

Non proprio le mille luci di New York, ma mi accontento lo stesso.

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