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Bon Ton, no Bon Bon

“Guarda si co’sti capelli stasera nun fai n’fjo eh”

Ecco, diciamo che tra il parrucchiere piacione e l’assistente che in un’ora e mezza di posa della tinta mi ha raccontato nei minimi dettagli il suo parto di 17 ore con annesse discretissime domande su quando sarò io a fare un figlio, preferisco decisamente il primo. Entrambi, comunque, non jela possono fare a non farmi un commento sulla mia linea. E ieri è stata lei a notare che sono dimagrita. Beh, meno male. In effetti non sono in molti a notarlo. Molti amici mi chiedono come vada sta benedetta dieta e a me verrebbe da rispondere: ma cacchio, ché non si vede??
In fin dei conti 5 chili mica sono pochi. Macché.
O sono io come al solito ad avere una visione distorta del mio fisico, che un mese e mezzo fa vedevo decisamente più sformato, oppure  in effetti non si sa dove li abbia persi sti chili ed evidentemente non sono cambiata più di tanto.

Almeno fino a ieri. Sarà il periodo scoglionato, sarà mio marito che negli ultimi mesi avrà cambiato almeno 3 tipi di taglio, che ieri alla fine ci ho dato un taglio drastico pure io.
A dire la verità avrei voluto cambiare soprattutto il colore e ritornare al mio vecchio biondo svedese. Sicuramente complice l’abbuffata di Borgen che sto facendo in questi ultimi mesi, ma avevo voglia di qualcosa di più freddo e nordico e non sto mielato mezzo castano mezzo roscio che oramai Little Frank mi ha affibbiato.E niente, non c’è stato verso.
Forse devo ringraziarlo. Però con le forbici ci è andato molto più pesante per cui ora mi ritrovo ad essere un misto bon ton tra Anna Wintour, Lady Gaga e Valentina. Un taglio porno me l’hanno anche definito, i soliti fotografi pornomani.
Comunque di certo un bel cambiamento, visto che con quella matassa pesante e ingarbugliata più di me non mi ci sentivo più e avevo bisogno di ricominciare. O forse, di sottolineare meglio, un cambiamento.
Ora, come sempre, il bello verrà dopo il primo shampoo fatto in casa. Speriamo bene.

Comunque, mi approccio alle ultime due settimane di dieta. Inizio a vedere una luce alla fine del tunnel. Non posso crederci che questo tempo, che mi sembrava infinito, stia per finire. Anche se detesto voler che il tempo acceleri, perché poi si rischia di non rendersi conto e apprezzare ciò che di bello accade nel mezzo. Ma in fin dei conti è quello che facciamo sempre, ogni lunedì, auspicando l’immediato ritorno del week-end.
Di certo, nel mezzo, sono passati tanti aperitivi, fritti, birre, pizze, cioccolate e cocktail a cui ho dovuto dir no.
Ho una fame di pizza, birra e patatine fritte che il 28 novembre mi riservo un’intera pizzeria, altro che un tavolo.
Nel frattempo, continuo ad ubriacarmi con il the verde. Però ora decisamente con più stile.

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(niente) pane al pane, (niente) vino al vino


Esattamente così. In un periodo già di per sé difficile e non proprio bello, in un lungo pomeriggio di pioggia, un simpatico dottore ha deciso di infierire ulteriormente. Per il mio bene, sia chiaro.

Da qui al 27 novembre mi aspettano due mesi durissimi in cui fondamentalmente dovrò cibarmi con quanto di più sciapo e insulso la mia già poca varia dieta, offre.

Per il mio bene. A quanto pare ho una sorta di reazione all’istamina, per cui tutti i miei problemi gastrici e di testa potrebbero essere diretta conseguenza di anni in cui sostanzialmente, sto avvelando il mio corpo e me stessa. Perché, mi pare ovvio, tuttini cibi di cui sinora mi sono nutrita in modo eccessivo, rilasciano istamina.

Lo immaginavo di essere arrivata al cosiddetto punto di non ritorno, e forse mi serviva questa lavata di testa piovutami addosso da un uomo simpatico, professionale, rassicurante a cui mi sento di voler dare fiducia.

Sarà molto dura ma spero di e devo farcela.

Stasera mi sparo l’ultima pizza e birra distruttiva. Da domani potrò consolarmi con l’aglietto. Ah, e con i cinque tibetani.