Figlia mia, un giorno ti racconteremo di quando i tuoi genitori, in tempi non sospetti, prenotarono un viaggio – il solito a dire il vero – con l’obiettivo di provare a piazzare e concludere, finalmente, un lungo e bel progetto della tua mamma, ma si videro costretti a rinunciare. Non per imprevisti, per qualche nostra malattia, ma perché è esplosa un’epidemia mondiale e si è diffuso il panico. Noi siamo persone sagge e non ipocondriache, forse i tuoi nonni un po’ ipocondriaci lo sono, ma la seppur remotissima eventualità di non poterti vedere per tanti giorni, ci ha spinti a rinunciare.
E no, non l’abbiamo presa male questa scelta e no, non te la faremo pesare con qualche piccola tortura psicologica o che so, trattenendo i soldi de volo perso dalle tue paghette o vietandoti di partire a tua volta con qualche amichetta più avanti, tranquilla…
E ti racconteremo anche, qualora non l’avessi già scoperto da sola, di un paese un po’ bislacco in cui 200 morti diventano una ecatombe e di quanti più danni possano fare ignoranza, isteria, disinformazione, le brutte intenzioni, la maleducazione…
Ps: sì l’ho presa benissimo, non sto rosicando per niente… ma sono una mamma e tu sei più importante di tutto, anche di chi pensa che forse stiamo esagerando.