L’arte del procrastinare

Sono maestra, lo ammetto. Procrastino ergo sum, potrei tranquillamente farlo come mio motto.

Da settembre, mese della mia “nuova vita”, posso fare un lunghissimo elenco (di 5 mesi quindi) di cose che ho e sto procrastinando. (Per quanto questo elenco potrebbe retrodatarsi a mesi se non anni or sono):

– tornare in palestra: mi sognavo oggi già bella che in forma e fisicata. Il mio progetto era lasciare Vittoria al nido e poi correre alla lezione in programma. Tralasciando il mese – ebbene – di inseriremento e le seppur svariate malattie di vitty, è ufficiale che stia procrastinando questo momento – che mi costa anche caro. Non ho ripreso ad allenarmi in casa, niente di niente. Mi ero data come ultima deadline febbraio… spero davvero! Se non voglio passare un’altra estate con il costume intero che manco mia mamma (che va regolarmente ad acqua gym).

– la dieta. E prima l’allattamento, e poi le nottate e la stanchezza e poi la botta di tornare a lavoro, e poi la decisione di licenziarmi, e poi l’estate e poi il ritorno al locale e poi vabbè provo con i massaggi e i fanghi e poi le feste… insomma, calcolando anche il punto di cui sopra, se non è l’una almeno l’altra. Devo darmi una regolata! Ma ci sono talmente tante variabili che rendono questa decisione così ostica che temo sarà rimandata ancora.

– le sigarette. Dovevo smettere dopo l’estate. Poi dopo il compleanno di mia figlia. Poi dopo le feste. Poi ogni pacchetto mi dico essere l’ultimo. Ma anche in questo caso, le variabili tipo sono grassa, non so dove sto andando, sono nervosa, non ce la faccio, non mi va, non mi fanno smuovere. Ma questo è l’imperativo che davvero mi preme più degli altri.

– lo studio. Là certificazione google, il facebook marketing, i seminari sulle fotografe, un mio corso. Arranco. Sto a fatica studiando un libro, poi mi si frappongono sempre mille cose e finisce sempre in fondo all’elenco. Eppur qualcosa si muove.

– la fotografia. Risistema gli archivi, rimetti mano ai tuoi progetti più importanti, edita, postproduci (o fai postprodurre), trova un nuovo progetto. Anche qui qualcosa si muove, e quando si muove… sono anche belle soddisfazioni, che però mi fanno anche rosicare di quanto invece dovrei e poter fare di più. Per ora, sfioro a mala pena la sufficienza.

– la casa. Ci sono diverse cose da da sistemare, più di tutte le foto – anche qui, che incubo- che vorrei stampare e attacare e tante piccole cose. È sempre stato un mio pallino ma da quando sto più a casa, la casa assorbe gran parte delle mie energie, seppur spesso invano. Ripulisci, risistema, con la bimba in giro ovunque passo almeno le prime ore del mattino a rassettare. E questo mi fa pensare: ecco dovrei fare questo, dovrei comprare quest’altro, buttare questo, cambiare quello. Ma ho almeno una cantina decente, ora.

Insomma, i mesi volano e da settembre- in cui mi ero data un po’ di tempo per rifiatare – si è aperto un varco temporale che mi ha catapultata 5 mesi dopo con l’impressione, forse in parte eccessiva, di essere in alto mare su un sacco di cose, che non mi è più permesso dondolarmi avanti e indietro tra una canzone, un filmetto, un bruttone (leggasi episodio law and order) e mille pensieri.

Stai concentrata sui tuoi obiettivi Anais, mira in alto e chiudi la guardia, cazzo!

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