E niente, si ricomincia. Altro anno, anno dispari, numero sfigatello… chissà cosa ci porterà questo 2017. Rieccomi al locale, per una di quelle giornate full di corso, mentre fuori c’è un sole che spacca le pietre, un freddo insolito che spacca la pelle e l’ultimo week-end di feste rovinosamente sta per concludersi.
Ricominciare quest’anno sarà meno traumatico, forse, visto che a parte giovedì non ho fatto vacanze, ma come sempre la fine delle feste, delle mangiate, dei regali, di quella sospensione del “se ne riparla dopo le feste” è per me sempre triste.
Sarà un gennaio bello tosto, già lo so. A lavoro un sacco di cose nuove in ballo, il che è bene perché così il tempo vola ma l’ansia è sempre dietro l’angolo. Bisogna ricominciare anche a promuovere i corsi, che marzo non è così lontano, il calendario, le attività. E quindi ansia doppia.
Poi il contorno, riprendere il ritmo in palestra, il circolo degli scrittori, la casa da mandare avanti, nuovi autori da scoprire, nuove foto da cercare, nuovi libri da leggere, la dieta da ricominciare per non buttare tutti i sacrifici di un anno all’aria, ché già sono a buon punto.
Insomma, solita giostra. Nel sistemare casa giorni fa ho ritrovato alcuni dei miei soliti diari, dal 2008 ad oggi. Ed è stato inquietante leggere come alcuni meccanismi non siano affatto cambiati. Brutte abitudini che vanno e vengono, fantasmi che aleggiano, paure che forse non cambieranno mai.
Si va avanti, tra uno schivare e un andare in faccia al destino.