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Let it be

Mi sa che con le temperature in aumento, il lavoro che scema e le ferie che si avvicinano, gli avventori del web sono un po’ a corto di idee e devono per forza salire in cattedra a fare i maestrini. Ma non solo loro.

Mi spiegate che fastidio vi danno quelli che si vogliono fotografare i piedi, le cosce, le panze, le lingue, le copertine dei libri, gli smalti, gli occhi storti e i beati fatti loro?
Ok che feisbuccandoli diventano anche nostri, ma… relax!
Pensate che voi con le vostre ironie saccenti e la prosa tagliente da scuola holden o peggio ancora il falso romanaccio da tranquillone che odia facebook, siate meno fastidiosi? Non fatemi citare la Mussolini…
Mi sa che è davvero tempo di mettere a mollo pensieri, e tastiere.

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Niente nuove, buone nuove

Ogni mattina, per forza di cose, mi trovo a controllare l’iPhone. E’ un comportamento detestabile, lo so e mi odio per questa sorta di schiavismo a cui mi sono autocondannata e da cui non riesco a liberarmi. Ogni mattina le notifiche sono di almeno 20/30 nuove mail. Ogni mattina, non so perché, eseguo questa operazione con tanta trepidazione. Sono una di quelle persone che ama le sorprese. Amo scartare i regali senza sapere cosa possa esserci dentro, così come amo farne e studiare le reazioni di chi ho di fronte. Qualsiasi sorpresa, anche di poco valore, che si tratti di una scatola di merendine o un uovo di pasqua. Amo sorprendermi ed essere sorpresa, e per quel certo non so che di infantile che dimora in me, non capita poi così di rado.
Quindi è quest’indole, tutto sommato da entusiasta, che ogni mattina mi spinge a sfidare il sonno e la fortuna, passando quel dito sul display. Magari la vincita inaspettata di un concorso, una proposta interessante, la mail di un vecchio amico, un’eredità che spunta dal nulla, un botto improvviso di iscrizioni al WSP o di richieste di matrimoni.
Invece sono sempre le stesse cose, mail e mail commerciali inutili, cose cose solo cose.
Forse, le emozioni non possono spedirsi via mail.
Ma non ne sarei così sicura.