Una vera manna dal cielo questa settimana friulana che siamo riusciti a strappare in questa annata malefica, sgraffigando dal monte ferie deturpato e dall’inquietudine di un brutto sogno che sembra farsi ricorrente.
Mentre finiamo questa vacanza sudata come non mai, continuano infatti a scorrere i numeri che in alcuni posti sembrano non esser mai calati, e qui sembrano tornare a far preoccupare. Ovunque è un monito a: si tornerà al lockdown, si tornerà come prima ad ottobre. E allora quanto mai queste giornate appaiono preziose, preziosissime. Una boccata d’aria fresca dopo mesi stantii dietro a una mascherina sudata.
Mascherine che qui, si vedono assai poco. Molto poco in Slovenia, praticamente per niene nella rigida e bacchettona Austria, che fino a ieri voleva chiudere tutto e ora a passarci sembra che non abbia neanche saputo che sia esistita una pandemia. È tutto così surreale, un paese a due facce, tra il terrore e la faciloneria. A me non sembra affatto un’estate diversa dal solito, e questo da una parte a volte mi rincuora ma dall’altra invece mi spaventa. È tutto così surreale.
Quest’ultima giornata ci lascia con un gran temporale, dopo lunghi giorni di sole e temperature inaspettate. Bello tornare nei luoghi che mi hanno vista crescere con una bimba in piena fase esplorativa e vederla sorridere, essere libera e felice, ogni giorno di più.
È sempre brutto ripartire, ma forse ancora di più da posti così cari, dove una liturgia di vecchie abitudini tendono a reiterarsi negli anni, che se poco poco si salta una tappa, salta tutto il bello del viaggio.
Colazioni e aperitivi sul terrazzo vista monti, dolciumi a volontà, i laghi, i monti, le cave, persino i negozi ricordano ricordi che è troppo bello rivivere e riscrivere.
Troppi posti belli per soli 8 giorni, ma mai come quest’anno sono felice di averli potuti vivere, con occhi nuovi, fino all’ultimo, e se dovremo tornare a rinchiuderci… almeno avrò avuto questo piacere.
Tornare al caldo torrido e ad una lunga estate romana, mamma mia quanto non mi va!






