È vero che solitamente tendo ad invidiare le persone che ci credono una cifra in quello che fanno. Perché sono trattori, vanno avanti comunque e senza indugi, soprattutto senza curarsi dei pareri altrui. Ma le persone intorno, specie se ti rivolgi al pubblico, in qualche modo contano. Ecco ad esempio io nel ruolo di pubblico ho la capacità nonché la facoltà di capire se mi stai vendendo fuffa ecco allora in questi casi mi immedesimo in me come pubblico e penso che al posto degli altri, che appunto vanno avanti come treni, terrei conto della frazione, sepour forse minoritaria, che è in grado di capire e tanare la fuffa. Quindi tutto sommato sono contenta se mi faccio un sacco di problemi perché questi non sono problemi ma semplicemente capacità di spirito critico e di capire che forse a volte alcune cose è meglio che rimangano private, chiuse in una propria sfera emotiva, che non ha bisogno necessariamente di essere condivisa con l’universo prossimo indistinto.
Ecco un punto per me, verso quello che solitamente critico più a me stessa, ossia un super Io iper critico che mi priva di molto ma mi preserva da molto altro. E questo molto altro per me ha un peso decisamente superiore.