Tante le persone che ho incontrato nella mia vita, molte delle quali piacevoli comparse, altre inutili sagome a movimentare eventi come vuote ombre cinesi.
Ma quelle che hanno lasciato il segno lo hanno fatto x sempre. Alcune si sono perse nei meandri di vite troppo complicate o bieca pigrizia, altre per motivi apparentemente futili. Altre ancora inspiegabilmente. Alcune perdite nella mia vita non mele spiego, mi dico che in fondo se non ci sono più forse non erano così importanti, ma non capisco mai bene se non lo erano per me o se per loro.
Poi tocco la mia pancia, dove se spingi un po’ fa male, e arrivo a sentire le spiacevoli e dolorse protuberanze di un intestino intricato e ingarbugliato.
Quelle che la medicina chiama coliti, io mi trovo a nominare come perdite o abbandoni. E, talvolta, da masochista, ho bisogno di accarezzarle per non dimenticare del tutto.
E se gli auruspici un tempo indovinavano il destino leggendo le interiora, mi chiedo cosa troverebbero in me, tra una mentina e una liquirizia.