Tra poco sarà il momento del fatidico cenone della vigilia di Natale, che equivale per me più o meno ad una cena come una altra, magari rinforzata da pandoro, frutto tipico della stagione.
Con i gusti culinari che mi ritrovo per me la cena del 24 non è mai stato quel sogno gourmet che tanti iniziano a pregustare sin dal mattino, magari saltando il pranzo. Odio il pesce per cui come sempre avrò un menu baby composto da patate al forno e fettine panate. Da quando però non disdegno dolci e aperitivi, se non altro evito le fettuccine al sugo, che ho sempre diviso con mio zio che però stasera non sarà dei nostri. Da tradizione aspetteremo la mezzanotte per i regali, senza bambini quindi senza Babbo Natale. Chissà se papà si ricorderà di mettersi il gilet rosso.
L’anno scorso a mezznotte eravamo sotto i fuochi della Parranda, a Cuba, il Natale più bello di sempre mentre il giorno dopo, stanchi e bruciacchiati, cenammo in un ristorante che per l’isola era il corrispettivo di un Ritz.
Mi manca un sacco Cuba e avrei fatto carte false per poterci tornare ma non escludo che magari il prossimo anno si riesca ad organizzare di nuovo.
Buone feste miei cari amici lettori. Io riuscirò a stare a casa qualche giorno, cercando di recuperare un po’di forze e di sonno. Intanto mi sono attrezzata come meglio ho potuto. Vi abbraccio e non solo virtualmente.