Eccoci di nuovo qui. Il week-end mordi e fuggi Barcellonese è stato più veloce del solito (grazie anche alla sora Ryan che ci ha fatto partire con ben 3 ore e più di ritardo) ma piuttosto intenso. Bastano anche solo due giorni per staccare e ricaricarsi un po’, anche se poi alla fine è un corri corri e ti stanchi più del solito, ma è una stanchezza diversa, che riempie e di cui non mi stancherò mai.
Mi sento fortunata per la possibilità di poter fare queste brevi fughe, pensando anche a come mete così belle e affascinanti siano ora così facilmente raggiungibili.
Ero già stata due volte a Barcellona e mi ha sorpreso notare come in effetti mi ricordassi molte delle cose viste e, soprattutto, quante cose sia riuscita a vedere negli anni e quante non mi stancherei di rivedere. Ho rivalutato molto la città, che credo che in questi anni si sia di gran lunga riqualificata (a differenza di Roma). Penso sia una città godibilissima e da viverci: tutto a portata di mano, di tasche, di passi. Il pensiero che dopo una giornata di lavoro, anche intensa, in pochi minuti tu possa andare a respirare un po’ di mare, a goderti quei tramonti bellissimi accovacciata su una trave di legno, tra il richiamo di gabbiani e il vento che ti accarezza e arruffa i capelli.
Poi, come si sa, la quantità di locali è allucinante: non che io sia sta grande viveur ma la scelta è imbarazzante. Senza contare al numero di feste e festini che scovi per i vicoletti.
La Barceloneta mi ha ricordato parte dell’Havana vecchia, ovviamente meno sgarrupata, ma con lo stesso fascino.
A margine di questo viaggio ecco alcune curiosità:
– occhio quando acquistate il biglietto per la metro, che basta una piccola disattenzione oppure affidarsi alla logica che vi ritrovate a pagare 10 euro un biglietto che offre sì 10 viaggi, ma da farsi entro un’ora e 15 minuti e solo alternando tra metro, bus e treno. Più ci penso e più non riesco a capire, quindi, come si faccia ad arrivare a 10 ingressi – al di là dell’arco temporale folle – se i mezzi al massimo sono 5. Bah…
– la gita in catamarano è fichissima! Sì sarà anche una tamarrata da turista forse, ma è un relax totale e il ragazzo che suona il sax, un italoargentino che da che doveva venire a Barcellona per una settimana, si è fermato per 5 anni, è bravissimo e la sua musica vi regalerà emozioni bellissime.
– non è assolutamente vero che a Barcellona corri il rischio di esser rapinato in qualsiasi momento e guai ad aprire una cartina che ti ritrovi subito accerchiato, bastano le solite attenzioni.
– i barcellonesi mi sembrano nettamente più simpatici e rilassati dei madrileni – per quanto il numero di italiani occupati in bar e negozi sia quasi pari a quello di Londra e sia difficile scovarli.
– il numero di addi al celibato/nubilato sparsi per la città è quasi pari al numero di abitanti di un’isola.
– a barcellona impera la moda: vestiti come cacchio ti pare, accosta i colori che vuoi, purché tu abbia almeno un paio di shorts o un tubino.
– le espadrillas e le zapatos di cuoio gli autoctoni le indossano davvero.
– non credete sempre alla Lonley Planet: il mercato des Encants, che meritava assolutamente una visita e che si trova in una piazza dimenticata da Dios, è una cagata pazzesca, pari forse al lato più triste e sudicio di Porta Portese. E sì che di mercatini per il mondo ne ho visti eh, anche in città meno trendy, che gli spicciano casa. Soprattutto non date precedenza a questo quando hai a disposizione solo un sabato e una domenica, e praticamente tutti gli altri mercati più fighi sono chiusi la domenica…
PS: Sì, ecco un’altra gallery iphonata, con tanto di marchio Retrica – sto in fissa – da purciara. Astenersi polemici fotomatori/fotoprofessionisti/professionistipolemici.