Ci sono pochi locali a Roma che adoro particolarmente come Urbana 47 a Monti. Innanzitutto sta a Monti, che dopo trastevere è in assoluto il mio quartiere romano preferito, con le sue boutique vintage e retro, i parrucchieri rockabilli, le scuole di musica, i negozi dell’usato e quei pochi artigiani che fanno business contro la globalizzazione i grandi magazzini. E poi è il quartiere del primo bacio con l’amore mio e che ho riscoperto grazie a lui e alla fotografia, per cui sarà sempre un po’ speciale. Urbana 47 è un locale decisamente fighetto e un po’sopra i miei standard, che ha fatto la sua fortuna grazie alla rinascita dello stile insustrial-chic e le puttanate km 0, dove si spende forse un po’troppo in rapporto qualità/prezzo, ma dal momento che io non amo sputtanarmi i soldi magandomeli, letteralmente, rappresenta per noi quello strappo alla regola dal solito aperitvo mordi e fuggi e dal cibo da trattoriola.
Oggi non si festeggiava niente di particolare, se non forse un anno di duro e buono lavoro e una dichiarazione dei redditi stranamente a credito.
Sarà il caldo, l’arrivo delle ferie o l’ottimo chardonnay laziale che andava giù come una bellezza, ma mi sento stranamente leggera seppur a panza piena, e chiudo questa sensazione nella scatola dei ricordi o nel vasetto del tiamisù, da rispolverare per serate invernali buie e tempestose.